Per il lungo e per il largo, il Bosco è attraversato da un groviglio di sentieri tracciati dal calpestio di almeno una mezza dozzina di generazioni. Camminare qui induce una sensazione di sicurezza: per quanto fitto o ameno possa essere il punto in cui ci si trova, fintanto che non si abbandona la traccia nulla di male potrà accadere.
Allo stesso modo, per il lungo e per il largo il Bosco è attraversato da un garbuglio di sentieri battuti dal calpestio furtivo di innumerevoli generazioni di animali.
È inevitabile che i due reticoli si incrocino, si arruffino e si sovrappongano in più punti, sicché occorre prestare attenzione per non sconfinare dall’uno all’altro. Girano strane storie su cosa è accaduto a chi è capitato di confondersi…
C’è la vicenda del cacciatore che un giorno si è addentrato talmente tanto su una strada di cinghiali da non essere più riuscito a tornare indietro. Nessuno lo ha più visto in giro e perciò si dice che, da allora, gli tocchi vivere nella tana assieme a quelle che un tempo sono state le sue prede.
C’è la storia dell’incontro tra un tale famoso in Paese per la sua cocciutaggine e un tasso famoso tra i tassi per altrettanta ostinazione. Pare che i due si siano ritrovati faccia a faccia a un incrocio e che, pretendendo ciascuno la precedenza, siano ancora lì a guardarsi storto.
Ma c’è anche il racconto del capriolo che nel cuore di un inverno particolarmente rigido sfidò la sorte inseguendo di proposito una strada degli uomini… e la sorte gli sorrise perché il capriolo trovò una porta aperta, un sorriso gentile e un rifugio caldo per ripararsi dal gelo.
Quando visiti il Bosco, dunque, bada bene a dove metti i piedi e a stare nel tuo. Ma se hai abbastanza coraggio per vivere un’avventura, al primo incrocio ti basterà oltrepassare il confine per trovarne senz’altro una indimenticabile.