Di tanto in tanto, abitare ai piedi della Collina significa imbattersi in cose che non trovano spiegazione in edotte argomentazioni logiche.
Sotto le tegole storte dei tetti e le cime ricurve degli alberi, infatti, non camminano solo gli abitanti ma pure ciò che questi lasciano in giro (o che scappa di nascosto dalle loro tasche): echi di storie piccine, elenchi di cose impossibili prima di colazione, ricordi smarriti, desideri esauditi o ancora da esprimere. Il confine tra queste due realtà, l’una fatta di strade, case e mattoni e l’altra di sussurri, visioni e sogni, è talmente labile che per arrivare da una parte all’altra basta pochissimo – un battito di ciglia, o un pizzico di fede nella bellezza del mondo.
Così, ad esempio, sollevando gli occhi al cielo all’ora del tramonto di una giornata fredda e tersa, non dovrebbe stupirti scoprire da dove la neve arrivi veramente.
Se hai un cuore sognatore lo sapevi già, se invece appartieni al nutrito gruppo degli scettici, dimmi un po’…
Non è, questa, una spiegazione migliore?